Separazione: il cane a chi viene affidato?

Curiosa sentenza del tribunale di Como per il quale è omologabile la separazione consensuale tra coniugi che contenga la disciplina dell’affidamento del cane ed il regime delle visite del “proprietario non collocatario”, analogamente (anche per quanto riguarda la terminologia) all’affido del figlio.

 

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L’accordo prevedeva, è ovvio, anche il regime della contribuzione per il mantenimento di Fido ed i giudici comaschi hanno ritenuto non contraria alle previsioni normative la regolamentazione delle spese. In realtà si tratta di una disciplina convenzionale della comunione ordinaria su cosa mobile (eccome mobile!) e quindi non si vede perché non possa essere disciplinato e quindi omologato il relativo accordo. Trattandosi poi di animale d’affezione, il cane è suscettibile di instaurare, con i componenti della (ex) coppia uno stretto legame affettivo che è giusto debba essere disciplinato al momento della cessazione della convivenza in modo da assicurarne la continuità a ciascun ex coniuge.

Naturalmente, per par condicio, lo stesso discorso vale anche per il gatto, e per l’iguana domestica? Boh!